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Monastero Monte Athos

Monte Athos: la Grecia dove le donne non possono entrare

Un angolo di Grecia fuori dal tempo

Quando pensiamo alla Grecia, immaginiamo spiagge pazzesche, case bianche e tramonti sul mare. Ma c’è un luogo molto diverso dal resto del Paese, un angolo remoto dove il tempo sembra essersi fermato, dove la spiritualità è ancora protagonista e dove vige una regola sorprendente: le donne non possono entrare. Stiamo parlando del Monte Athos, una penisola montuosa nella regione della Calcidica che ospita una delle comunità monastiche più antiche e isolate del mondo. In questo articolo ti raccontiamo la storia, le tradizioni e le curiosità di un luogo affascinante, spesso poco conosciuto, ma decisamente unico.

Il Monte Athos: geografia e storia del luogo

Il Monte Athos si trova lungo il terzo dito della penisola di Athos a nord-est della Grecia. Si tratta di una montagna piuttosto ripida e ricca di vegetazione, che raggiunge un’altitudine di 2033 metri. È un’area autonoma e spiritualmente indipendente della Repubblica Ellenica, riconosciuta come Repubblica Monastica del Monte Athos. È abitato esclusivamente da monaci ortodossi e rappresenta uno dei centri religiosi più importanti del Cristianesimo ortodosso. La tradizione vuole che la Vergine Maria sia approdata sul Monte Athos durante un viaggio verso Cipro. Colpita dalla bellezza del luogo, chiese a Dio di dedicarlo a sé. Per questo motivo è noto anche come il “Giardino della Madre di Dio” e da allora, secondo la tradizione, alle donne è vietato l’ingresso, per rispetto verso la Vergine, considerata l’unica presenza femminile. Il monachesimo athonita ebbe inizio intorno al IX secolo, ma la vita eremitica sul monte è attestata già dal V secolo. Il primo monastero ufficiale, la Grande Lavra, fu fondato nel 963 d.C. da Atanasio l’Athonita, con il sostegno dell’imperatore bizantino Niceforo II Foca. Nel corso del tempo, il Monte Athos ha prosperato come centro di spiritualità, studio teologico e arte bizantina. Oggi ospita 20 monasteri principali, oltre a 16 Skiti, 250 Celle e capanne, ed è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 1988.

Un viaggio nel tempo: solo per gli uomini

Come avrai capito, il Monte Athos non è una meta turistica tradizionale. Per accedervi infatti, è necessario presentare una richiesta almeno 6 mesi prima della partenza, ma non oltre, altrimenti la prenotazione non verrà accettata. Durante la richiesta sarà necessario indicare la propria religione e il motivo della visita, che può essere spirituale, di studio o meditazione. Se approvata, la curia di Ouranoupoli rilascerà un documento chiamato Diamonitirion, ovvero il lasciapassare ufficiale per accedere alla repubblica monastica. Il permesso ha una durata di quattro giorni, eventualmente prorogabile, ed è concesso ogni giorno a un massimo di 10 visitatori non ortodossi e 100 fedeli ortodossi. Una procedura rigorosa, ma che riflette la sacralità e l’isolamento di questo luogo unico al mondo. Come già anticipato, le donne non possono entrare. L’unica eccezione documentata risale alla Seconda Guerra Mondiale, quando un gruppo di partigiani greci, tra cui alcune donne, varcò i confini della repubblica monastica durante la liberazione del Paese. Il motivo del divieto? Le donne sono considerate una possibile fonte di distrazione per la vita monastica. A tal proposito, un monaco intervistato da Giuseppe Bertuccio D’Angelo, reporter di Progetto Happiness, ha dichiarato: “Dobbiamo pregare incessantemente la Madre di Dio, che è una figura femminile e lottare contro queste, questi spiriti delle tenebre di questi tempi che spingono solo ai piaceri della carne”. Una visione controversa e che continua a far discutere ma che, all’interno del Monte Athos, è ancora oggi parte integrante della loro rigida tradizione spirituale.

Le regole dei monasteri

Ogni monastero del Monte Athos ha alcune regole specifiche, anche se esistono norme generali comuni a tutta la repubblica monastica.

Queste sono stabilite dallo Statuto del Monte Athos, riconosciuto dal governo greco e dalla Chiesa Ortodossa:

  • Divieto assoluto alle donne (Avaton)

  • Accesso consentito solo con il Diamonitirion, permesso ufficiale valido 4 giorni

  • Obbligo di abbigliamento consono (niente pantaloncini, magliette smanicate, ecc.)

  • Vietato fare foto all’interno delle chiese o ai monaci senza permesso

  • Vietato fumare nei luoghi sacri e usare dispositivi elettronici durante le funzioni religiose

  • Rispetto del silenzio e delle pratiche monastiche

Ogni monastero è autonomo nella gestione quotidiana e può stabilire regole proprie riguardo:

  • Orari: alcuni richiedono la presenza obbligatoria ai vespri e alla liturgia mattutina, altri no

  • Alloggio: alcuni monasteri offrono ospitalità gratuita, altri chiedono una piccola donazione; alcuni richiedono prenotazione anticipata, altri accettano anche senza

  • Comportamento del visitatore: alcuni monasteri sono più rigidi e non permettono l’uso di telefoni nemmeno fuori dalle celle; altri sono più tolleranti

  • Lavori comunitari: in rarissimi casi, i pellegrini possono essere invitati a collaborare ai lavori come giar

  • dinaggio, cucina, ecc…

  • Durata del soggiorno all’interno del monastero: alcuni monasteri permettono solo una notte, altri due o più, soprattutto se si è lì per motivi religiosi o studio

La vita quotidiana dei monaci

La vita quotidiana dei monaci è scandita da preghiere, lavoro, riti spirituali, meditazione e momenti di assoluto silenzio. Sul Monte la sovranità è simbolicamente esercitata da Dio e i monaci rappresentano quindi gli interpreti della volontà divina. La loro è una vita semplice, umile, distante dalle distrazioni e dai vizi del mondo esterno. I circa 1600 monaci presenti sul Monte hanno infatti fatto una promessa di povertà, castità e obbedienza, dalla quale non possono sottrarsi. Le attività iniziano molto presto, di notte infatti avviene il primo momento di preghiera, mentre di giorno, il pranzo è alle 11, mentre la cena alle 17. Questi sono momenti fugaci: la durata dei pasti è di 10/15 minuti, in silenzio, mentre un monaco legge un brano del Vangelo e poi ognuno torna alle proprie attività.

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